In data 29 gennaio, la Abramo CC ha convocato le Organizzazioni Sindacali SLC CGIL, FISTel CISL e UILCom UIL e le RSU, per informarle di un aggravamento della crisi aziendale, determinato dall’ulteriore taglio dei volumi di traffico messo in atto da TIM a partire dal 22 gennaio scorso. Una drastica riduzione delle chiamate sul servizio 187 tecnico ( - 65% ) e sul servizio 119, che oltre a generare almeno 150 esuberi, mette a grave rischio la giĆ compromessa tenuta economico/finanziaria dell’intera azienda. La societĆ ha evidenziato come questo ennesimo taglio del fatturato operato da TIM, sia giunto alquanto inaspettato, viste le tante rassicurazioni avute anche di recente dallo stesso committente. A tal proposito ha ricordato come giĆ nel 2019, i pesanti tagli operati sempre da TIM, avessero provocato la perdita di oltre 1000 posti di lavoro precari e lo squilibrio del conto economico generale. Questa ennesima circostanza, ha proseguito l’azienda, mette a rischio la tenuta di tutta la ABRAMO Customer Care e vanifica gli sforzi che si stavano facendo per riassorbire gli effetti dei tagli di fatturato giĆ operati in precedenza da TIM che in meno di un anno si ĆØ ridotto del 70%. Condizione questa insopportabile per qualsiasi azienda.
Per SLC CGIL, FISTel CISL e UILCom UIL, il comportamento di TIM ĆØ da irresponsabili in quanto a questo punto appare chiaro che esiste una volontĆ ben precisa di infliggere un colpo mortale alla ABRAMO Customer Care. Diversamente non ĆØ spiegabile come dopo 25 anni di partnership, durante i quali la ABRAMO Customer Care ĆØ stato il primo fornitore in ITALIA di TIM, si attui senza alcuna cautela e la dovuta gradualitĆ , il taglio del 70% delle attivitĆ lavorative, in un breve lasso di tempo di soli 12 mesi. Tutto questo senza alcuna gara d’appalto, in completa elusione delle clausole sociali e facendo dumping garantendosi ampi margini di guadagno speculando sul costo minimo orario delle chiamate.
Una situazione paradossale se si pensa che lo scorso 26 novembre l’AD di TIM aveva emanato un comunicato dove annunciava che A PARTIRE dal 9 dicembre LE ATTIVITĆ DI RISPOSTA SAREBBERO STATE SVOLTE solo dall’ITALIA e quindi nulla lasciava presuppore un calo dell’attivitĆ lavorativa, ANZI CI SI ASPETTAVA UN INCREMENTO DELLE STESSE.
Come sindacato non resteremo inermi davanti a questo ennesimo scempio perpetrato ai danni di 3500 lavoratori calabresi che rischiano il posto di lavoro, chiederemo l’immediata apertura di un tavolo di crisi presso il MISE che abbia come primo obiettivo quello di richiamare TIM alla responsabilitĆ sociale. Pensiamo che a tal fine debba anche attivarsi la Regione Calabria alla quale chiederemo un incontro per sollecitare tutte le azioni possibili e necessarie per evitare questa grave grave crisi occupazionale.
Catanzaro lƬ 29.01.2020
Le Segreterie Regionali della Calabria
SLC – CGIL FISTel CISL UILCom – UIL